Chi sono

tarabbia_cartaidentitàSono nato a Saronno nel 1978. Ho pubblicato, tra gli altri, i romanzi Il demone a Beslan (Mondadori, 2011; poi Bollati Boringhieri, 2021) e Il giardino delle mosche (Ponte alle Grazie, 2015, Premio Manzoni 2016 e Premio Selezione Campiello 2016). Nel 2012 ho curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov per Voland. Nel 2013 è uscito il racconto La ventinovesima ora (Mondadori Xs). Nel 2018, per NN editore, ho scritto Il peso del legno, un saggio narrativo con tema la croce. Ho curato l’antologia Racconti di demoni russi (Il Saggiatore, 2021). Con Madrigale senza suono (Bollati Boringhieri, 2019), ho vinto la 57esima edizione del premio Campiello. Nel 2022 è uscito, per Bollati Boringhieri, Il Continente bianco.
Vivo a Bologna con mia moglie e i miei figli.

L’immagine della testata è una fotografia dell’ingresso dell’appartamento n. 50 sulla via Sadovaja, a Mosca, scattata nell’anno 2000.

14 pensieri riguardo “Chi sono

  1. Buon pomeriggio Andrea, l’ho scoperta come vincitore al Premio Campiello 2019. Volevo farle uan domanda che mi incuriosisce un po’: “Lei è un fumatore?” Glielo chiedo perché carta, penna, calamaio e “fumo” sono gli ingredienti principali per scrivere un libro. Di solito uno scrittore per avere ispirazione e concentrazione fuma la pipa o un sigaro. Intanto le faccio i miei più sinceri complimenti ed un in bocca al lupo per tutto. Grazie. G. A.

    1. In qualcuna, sì: alla Holden a Torino, in Bottega Finzioni a Bologna; faccio corsi alla Belleville di Milano, collaboro con CuBo a Bologna e poi ci sono altre cose qua e là. Da un anno all’altro corsi e luoghi cambiano, per cui dipende da dove vivi e cosa ti interessa.

  2. Buongiorno,

    Mi chiamo Nancy, sono una donna belga e studio l’italiano nel mio tempo libero.
    Per esecitarmi mi sono messa a tradurre in francese il suo cupo ma bellissimo romanzo « Madrigale senza suono », ispirato dalla vita di Don Carlo Gesualdo. Cerco di fare la versione più accurata possibile.
    Si parla molto dello « zembalo » che sembra essere una stanza nella dimora del compositore.
    Non so esattamente come tradurre questa parola.
    Mi può aiutare, per cortesia?

    Grazie mille.

    1. Oh, che bellissima cosa! Grazie!
      Zembalo è in realtà una parola che non esiste, nell’italiano di oggi: è un modo dialettale per “clavicembalo”. Dunque zembalo > stanza dove sta il clavicembalo, ossia studio dove si compone musica.
      Credo che si possa lasciare la parola così com’è anche nella versione francese – o forse sostituirla con una vecchia dicitura di “cembalo”.

      1. Grazie mille per la sua pronta e simpatica riposta !

        Cordiali saluti,

        Nancy Lammé

  3. Vorrei segnalare a Andrea Tarabbia che il suo saggetto su Giuda in letteratura oltre che incompleto è per quanto riguarda Amos Oz totalmente sbagliato. Il traditore non è affatto Ward figlio, ma il padre della vedova di lui, Atalia; poco persuasivo il parallelismo tra abrabanel (il vero “traditore”, descritto come uno freddo che non ama nessuno) e Giuda che secondo tarabbia e anche secondo Oz è pieno di amore, per Gesù ma anche per i cani affamati, ed è in questo assai più simile al protagonista Sh. Asch

  4. E’ allo scrittore che vorrei, nel possibile, porgere un particolare ringraziamento per la sua maestria innata, quale suo talento ha edificato, per il libro imerito: Il giardino delle mosche. Questo risulta il meglio della psicologia moderna, che Freud nella sua genialità, non ha saputo trasmettere con tanta evidenza. Inginocchiamoci a tanto talento inconsapevole della psicologia, che pochi sono in grado di leggere per tenerezza e cupezza delle proprie anime. Giulia

Lascia un commento