Diavoleide and me

A fine agosto uscirà, per Voland, un piccolo libro a cui tengo moltissimo. Si chiamerà Diavoleide, verrà pubblicato nella collana Sìrin classica – che è una sorta di Scrittori tradotti da scrittori – e conterrà due racconti di uno dei miei scrittori preferiti in assoluto, Michail Bulgakov: Diavoleide, appunto, e Le avventure di Čičikov. Quello che segue è il testo della quarta di copertina, che è un estratto della postfazione. Non avrei mai pensato che il mio nome potesse finire, un giorno, sulla stessa copertina di uno dei più grandi scrittori del Novecento.

Diavoleide (…) è un racconto scritto in modo furioso, pullula di verbi di moto, di ripetizioni martellanti, di dialoghi rapidi (…) So bene che è facile parlare con il senno di poi – di lì a tre anni, nel 1928, Bulgakov avrebbe iniziato a elaborare uno dei più grandi romanzi del ‘900 e di sempre: tuttavia, non riesco a non pensare che Mutandoner sia una versione primitiva di Voland, che le sue gesta racchiudano una prima idea delle peripezie di Azazel, Behemot e gli altri, che la sala con il colonnato in cui Korotkov (un Berlioz ante-litteram?) incontra Jan Sobesskij sia un’anteprima della magnifica sala dove si svolge il Gran Ballo di Satana e che la trafila di segretarie che popolano Diavoleide siano il laboratorio dove Bulgakov perfezionò i personaggi femminili del romanzo che non sono Margherita. Forse è proprio con Diavoleide che il “seme del diavolo” si impossessa definitivamente di Bulgakov: è da qui, da questo piccolo libro, allora, che bisogna partire per entrare nel mondo allucinato e grottesco di uno dei massimi scrittori del xx secolo.

Un pensiero riguardo “Diavoleide and me

  1. confermo: il libro è piccolo solo nel formato, è l’ottavo della collana che prevede dieci classici russi tradotti da scrittori italiani, ed è molto bello. Aspettate il 30 agosto, giorno dell’uscita in librerie, con trepidazione…

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